Abbandonata dalla nascita è affidata per dieci anni a una famiglia contadina sussidiata dallo Stato. Passa poi per un brefotrofio e si ritrova di nuovo in Sicilia in una famiglia non sua, che dopo alcuni anni la rifiuta. Finisce con lo scegliere la vita religiosa, in un convento; ma il desiderio di formarsi una famiglia la spinge a uscire e a sposarsi.
Scambio di lettere tra il sindaco comunista di Casalpusterlengo e il parroco, nell'immediato dopoguerra. Gli argomenti trattati riguardano essenzialmente l'antagonismo concettuale fra cristianesimo e comunismo, ma il confronto tra i due è sempre mediato da un atteggiamento diplomatico, malgrado l'intromissione di eminenti prelati.
Lettere che Roger, scrittore e correttore di bozze francese, invia all'amico medico italiano, residente ad Amalfi: si sono conosciuti nel 1958 a Venezia, tra i due si stabilisce subito una solida amicizia, che sfida la lontananza e il tempo. Colpito dall'artrosi agli arti e ritiratosi a vita solitaria, il letterato trova, nelle lettere dell'amico, l'unico modo per dare sollievo ai mali fisici e alla solitudine.
Quarantaquattro agende ripercorrono altrettanti anni della vita di un parroco di provincia. Scorrono le stagioni e le giornate sono cariche di lavoro tra scuola e parrocchia: predomina l'insofferenza per l'ambiente circostante e la solitudine di una scelta di vita, sostenuta grazie all'amore per Dio.
L'autore, primo di sei figli, fa una revisione della sua vita soffermandosi soprattutto sull'infanzia, periodo problematico per via dei rapporti con la madre. La memoria si conclude con la decisione, a undici anni, di entrare in seminario per sfuggire al controllo della donna. Diventa missionario nell'ordine dei comboniani, per dedicare la sua vita all'apostolato e alla catechizzazione delle popolazioni non cristiane ma anche per sentirsi parte di una comunità che lo può amare. Oltre al contesto familiare racconta gli anni della guerra.