Il mondo cattolico visto attraverso le memorie di un esponente delle leghe bianche d'inizio Novecento: giornalista, conferenziere e propagandista, dopo una parentesi anticlericale in cui aderisce alle idee socialiste, si impegna per migliorare le condizioni morali ed economiche dei lavoratori manifatturieri e agricoli. Un penitente pellegrinaggio a Roma, segna il rientro in seno alla chiesa cattolica.
La formazione politica in un operaio, che aderisce al Partito comunista e diviene, prima segretario del circolo Fgci di Carrara, poi funzionario del partito, con incarichi anche a livello regionale. Combatte per la sicurezza degli operai nei luoghi di lavoro e si trova a gestire la crisi originata dalla fuoruscita di una nube tossica dalla Farmoplant, ma vive anche i momenti positivi di espansione di consensi per il partito. Poi lascia tutti gli incarichi, con molte recriminazioni per le divisioni interne al partito.
Una vita dedicata all'impegno politico e sindacale, nella memoria di un pensionato siciliano: dagli anni Sessanta in poi, come segretario del sindacato Federbraccianti, promuove scioperi e manifestazioni per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli e della manodopera femminile.
Nella memoria di un medico legale, il contraddittorio rapporto tra sanità e politica: dopo gli inizi lavorativi in provincia, per lui c'è l'impegno nel Partito comunista, che culmina con la carica di assessore alla Provincia di Bologna. Poi le battaglie per i diritti assicurativi dei lavoratori e per la soppressione dei manicomi, sino alla scelta di uscire dalla scena politica e riprendere la libera professione.
Sullo sfondo dei cambiamenti economici e politici della provincia fiorentina, l'autobiografia di un uomo che, dopo aver perso il padre quando era ancora bambino, si trasferisce nel paese d'origine della madre: la scuola, i primi lavori come barbiere e marmista, poi l'adesione al movimento partigiano e, dopo la guerra, l'attività di sindacalista e di pubblico amministratore. Sempre presente l'impegno per far progredire l'economia del proprio paese e per tutelare i diritti dei lavoratori.
Trentaquattro anni di vita (1906-1940) ricostruiti nel dettaglio, grazie a una predisposizione innata verso la scrittura di sé che lo aveva portato a disseminare agende di appunti e fatti, ancor prima di concepire sistematicamente la scrittura di un diario. Una pratica che Marcello avvia in un momento delicato della storia italiana, poco più di un mese dopo l’ingresso nella Seconda guerra mondiale. Da quel giorno e per i successivi 48 anni (1940-1988) non rinuncerà più a raccontare in prima persona la sua traiettoria personale e quella della sua famiglia, di antica nobiltà napoletana, legata in modo profondo alle vicende del Paese. Il padre Giulio, eminente...