Sullo sfondo dei grandi eventi bellici, la storia di una famiglia di lavoratori agricoli mantovani, raccontata da uno dei figli, anch'egli contadino. Deportato in Germania dopo l'Armistizio, rientra poi in Italia nella Divisione San Marco come guarda coste in Liguria. Emigrato per brevi periodi in Svizzera, costruisce una casa nel proprio paese.
Mentre è in zona di guerra sul monte Quaternà, un giovane militare, poi caporale di fanteria, annota quasi ogni giorno la fatica della vita di trincea: la tensione per i duri combattimenti, i bombardamenti e gli attacchi a sorpresa, a volte lascia spazio a sentimenti di vera amicizia e al desiderio di far giungere a casa notizie di sè.
Granatiere durante la Grande Guerra, affronta la vita di trincea, le privazioni e il dolore per la perdita di molti compagni, sostenuto da una grande fede: annota per circa tre anni la fatica di sopravvivere alla lontananza daela famiglia e alla fame, ancora più pressante durante la prigionia.
Ancora universitario si arruola come volontario e viene inviato, da sergente, al confine slavo, dove si distingue anche per la conoscenza della lingua inglese; è perciò inviato in Libia dove oltre all'attività di interprete impara a cavalcare i dromedari e a comportarsi da buon meharista, per esplorare il territorio senza indossare la divisa. Fatto prigioniero dagli inglesi durante la battaglia di El Alamein, tenta la fuga dal campo di prigionia. Catturato di nuovo, entra a far parte di un reparto di prigionieri addetto alle riparazioni.