Un breve soggiorno di lavoro come consulente in farmacologia a Mogadiscio è l'occasione per la scrittura di questo breve epistolario che narra alla famiglia l'esperienza vissuta.
Un farmacista campano è inviato, durante la seconda guerra mondiale, prima in Albania e poi in Jugoslavia. Assiste così ai conflitti fra le tre opposte fazioni: i tedeschi, i croati filomonarchici e i serbi sostenitori del comunismo.
Il lungo viaggio interiore di uno sfortunato ragazzo napoletano che, figlio di un farmacista, è toccato solo marginalmente dalla ricchezza economica degli anni Sessanta. Dopo aver lavorato come guardiano agli scavi di Pompei, si trasferisce a Roma, per tornare infine a casa dove ritrova i genitori malati e molta solitudine.
Una casalinga calabrese, figlia di un farmacista, racconta la sua infanzia fino a dieci anni insieme agli otto fratelli e sorelle a San Giorgio a Morgeto e poi a Cittanova, dove la famiglia si trasferisce per il lavoro del padre. La memoria riporta anche notizie sulla famiglia e sulla società del tempo, con dettagli sulla fabbricazione di medicinali.