La Fornace e il suo lavoro di dirigente nell'azienda familiare di laterizi, la famiglia d'origine e la propria, attraverso il fascismo, la guerra, il dopoguerra, la prosperità, ma anche le difficoltà della sua impresa.
Un metalmecanico in pensione ricorda i due anni di guerra trascorsi prima come aviere in Grecia, poi come prigioniero in Serbia, Romania e Russia. Tra marce sfibranti, il lavoro in fornace, la fame e la mancanza di pulizia, l'autore riesce a sopravvivere e, dopo aver vissuto per tanto tempo a temperature molto al di sotto dello zero, appena tornato a casa, sfida lo stupore dei compaesani uscendo in maniche corte in pieno inverno.
Nato a Pietralunga nel 1920 da una famiglia di agricoltori, l'autore fin dall'infanzia si dimostra attivo e operoso. Dopo la guerra si sposa e negli anni Cinquanta abbandona la campagna e si trasferisce a Città di Castello. Emigrazioni a Nizza e Locarno gli consentono di migliorare la sua vita. Quando nel 2001 si sente soddisfatto di ciò che ha costruito, subisce dolorosamente la perdita di una figlia.
Da una vecchia foto dove rivede la maestranza operaia della vecchia fornace del suo paese, l'autore ripercorre la storia, che ha segnato un passaggio decisivo per l'economia del piccolo borgo.
Nata e cresciuta in un paese toscano, dove la vita scorre tranquilla scandita dai ritmi della fornace di famiglia, l'autrice vive il dolore per la perdita prematura del padre e per la malattia della madre. Rimasta sola, coltiva amicizie, si dedica ai viaggi e trova nei libri e nel ricordo dei propri cari, il suo vero mondo.