Un ingegnere in pensione ricorda la giovinezza, negli anni Quaranta, periodo caratterizzato dai continui spostamenti per il lavoro del padre. Episodi di vita familiare, descrizioni di luoghi, tradizioni e personaggi incontrati durante il cammino della sua vita.
Il papavero è l'immagine che l'autrice ha scelto per rappresentare la sua anima, ed è così che si svela attraverso i sogni narrati nelle sue memorie. Una raccolta di frammenti autobiografici messi insieme durante un corso di scrittura e legati ad altri scritti nel tempo, attraverso i quali si avverte una sensazione di sradicamento che porterà l'autrice a contestare il mondo borghese in cui vive e a cercare sempre "rifugi" e strade alternative.
Un'infanzia non facile, sia per la povertà che per le difficoltà negli affetti, è la molla che induce l'autrice a impegnarsi nello studio e nel lavoro: giovanissima andrà a perfezionare il suo tedesco a Monaco di Baviera e troverà poi, nella Milano del boom economico, la soluzione alle problematiche economiche della sua famiglia.
Cresciuto nella povertà e nel disagio del quartiere Mirasoli di Bologna, dopo l'8 settembre '43 aderisce alla resistenza. Arrestato, torturato e deportato in Germania, sopravvive all'orrore dei campi di concentramento, tra i quali Dachau, e a liberazione avvenuta riesce a rientrare in Italia nel 1945.