I piccoli fogli che compongono questo diario sono la testimonianza di un intimo colloquio tra un ragazzo di diciotto anni e la madre, alla vigilia della sua morte nell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Catturato dalle Ss e imprigionato nel carcere di via Tasso, costretto a nascondere i foglietti nella biancheria da lavare, Orlando scrive alla madre (rivolgendosi anche a Marcella, la ragazza amata) delle proprie speranze e progetti, delle difficoltà e incertezze di un giovane che aspira a diventare studente di medicina e che pensa di avere una vita davanti.
Un ex partigiano racconta alcuni episodi avvenuti durante la guerra di resistenza, che lo hanno visto protagonista: la fuga dalla caserma dell'esercito repubblichino dove era stato forzatamente arruolato; l'arresto da parte delle SS, seguito da una rocambolesca fuga notturna; l'occupazione di una collina, nella vana attesa dell'arrivo di un ufficiale di collegamento alleato; l'agguato ad una compagnia tedesca.
Dotato di quella fierezza tipica della cultura pastorale sarda, condannato per un reato gravissimo, a suo dire mai commesso, lasciandosi trasportare da sentimenti di profonda avversione contro un certo sistema, organizza e porta a termine un sequestro di persona con finalità estorsiva. Le cose finiranno con l'andare nel peggiore dei modi, con la morte dell'ostaggio e con la sua condanna all'ergastolo.
Una donna reggiana affida le proprie memorie d'infanzia al suo diario "Sole Dor", confidandogli come a quest'ultima - nonostante la povertà e il duro lavoro - non siano mai mancati l'affetto e il sostegno familiare. Saranno infatti i suoi genitori a trasmetterle la capacità di trovare la bellezza nelle piccole cose: insegnamento che le sarà fondamentale quando la propria quotidianità verrà stravolta dallo scoppio del secondo conflitto mondiale.