Affetto da una grave miopia, ereditata dalla madre, rievoca con dolcezza i personaggi e i fatti della vita di un paese dell'aretino dove ferveva la produzione artigianale e la vita aveva ritmi dilatati.
Breve memoria di un operaio che sottolinea l'importanza del pane come elemento primario per la vita dell'uomo: pane come filo di continuità tra la sua infanzia, segnata da difficoltà e scarsità di raccolti e il presente, in cui si perde consapevolezza delle vere necessità dell'uomo.
Ricordo di un'infanzia vissuta durante la Seconda guerra mondiale. La fame e i necessari razionamenti condizioneranno l'autore nella sua vita e nell'educazione dei figli. Il "pane tagliato a fettine" diventa per lui un monito ad apprezzare e rispettare ciò che si ha.
Memoria di un anno di insegnamento in una pluriclasse composta da undici bambini a Bucchio, una frazione di Civitella di Romagna (FC) collegata solo da una mulattiera. Ha ventitré anni e vive questa esperienza con interesse e partecipazione, condivide con la piccola comunità momenti di svago e di tradizioni popolari.