Il dirigente d'una azienda pubblicitaria è sfollato a pochi metri dal confine svizzero, ma ogni mattina va al lavoro a Milano. Al ritorno scrive nel suo diario ciò che vede in città: una cronaca che è una miniera di fatti, voci e reazioni popolari di quei giorni, con un racconto in tempo reale di Piazzale Loreto.
Un impiegato romano rievoca la sua fanciullezza vissuta negli anni Cinquanta e Sessanta con tutti i simboli di quegli anni. Vari episodi della sua vita personale sono raccontati a capitoli, in ordine casuale, senza cronologia, perchè ogni ricordo del passato va vissuto come "un solco arato e lasciato aperto".
Ormai in pensione, un direttore creativo ripercorre le tappe più significative della propria carriera lavorativa: da dipendente Saiwa agli studi universitari a Roma. Appena conclusi, decide di abbandonare un lavoro che non offre possibilità di miglioramento e si dedica al marketing pubblicitario. Realizza importanti progetti sino ad avere una società propria, che dopo qualche anno chiude, senza però che lui perda fiducia in se stesso.
Un epistolario, che è dialogo quotidiano, tra due innamorati che vivono in città diverse e distanti nei primi anni '50 del '900 e che di quegli anni fornisce un interessante spaccato culturale, sociale, di costume. Lui, bel ragazzo dagli studi incompiuti e con un passato segnato dalla sua militanza nella Repubblica di Salò, lei, spirito indipendente, laureata, appartenente ad una famiglia molto ricca e importante con un padre che non vede di buon occhio la relazione e con il quale ha già rapporti molto difficili; insieme vogliono costruire il loro futuro, malgrado le difficoltà di ordine economico e sociale, e si impegnano e combattono per realizzare il loro...
Delizioso affresco degli anni del boom economico nella provincia toscana: valori della tradizione e nuovi modi di vivere si fondono sotto lo sguardo attento di un bambino, appartenente alla media borghesia lucchese, e lo accompagnano nel passaggio dall'infanzia alla pubertà.