L'autrice vive la sua infanzia con la madre e tre sorelle più grandi; conoscerà il padre già grande, di ritorno dall'Africa. Racconta cosa ha significato la Seconda Guerra Mondiale nel suo vissuto di fanciulla, le difficoltà, la paura dei tedeschi. Riporta con cura l'impegno delle sorelle nella lotta antifascista. Nel 1954 entra come operaia alla Perugina. Qui partecipa alla lotta sindacale per migliorare le condizioni femminili nel luogo di lavoro.
Ingegnere elettronico licenziata da Alenia si "ricicla", per alcuni anni, come insegnante di scuole private quali S.R.E. e CEPU. Donna di scienza, colta, appassionata di musica e di letteratura, segue attentamente ed attivamente gli eventi dei tempi, pur dovendo affrontare le problematiche della quotidianità. Un'intensa attività culturale ed una buona vita sociale, la rendono forte e profondamente amante della vita.
Un'attrice romana, alla morte del padre, entra nella casa vuota e trova una scatola con tutti i ricordi della madre: lettere, quaderni, foto, ritagli di giornale (lei frequentava i ragazzi di Via Panisperna). Tutti si riferiscono ai fratelli maschi, ma non a lei, che dopo il successo in televisione si perde in una relazione con un uomo che poi lascia dopo nove anni. Va ad abitare vicino alla casa del padre per stargli vicino. I rapporti familiari sono sempre stati lacerati e pieni di malintesi, solo con il riordino dei ricordi di famiglia si riconcilia con se stessa e con la madre. Per raccontare la sua storia sceglie un nome di fantasia.
Chiara ha 18 anni ma attraverso le pagine del suo diario traccia un bilancio già definitivo della sua vita. Resta solo la scrittura per lei, a cui aggrapparsi perché forse qualcosa si è rotto negli anni dell'adolescenza, forse nella storia della sua famiglia, forse con la malattia del padre. Si aprono le porte degli ospedali psichiatrici, delle comunità, delle case famiglia. Continua nel frattempo a studiare, tra un ricovero e l'altro si procura qualche lavoretto. Ma quello che conta o sente fuggire, l'affetto delle persone che la circondano. Muore nel 2013.
Un'infanzia povera e difficile in un contesto sociale che finirà col procurare più di una ferita all'anima della giovane, ribelle e orgogliosa, che compie da subito scelte impulsive che si riveleranno infelici e portatrici di ulteriori difficoltà. La sua vita è "una enorme matassa aggrovigliata di fili di tanti colori e spezzati" di cui è molto difficile trovare il bandolo e tutto ciò rende il percorso per ritrovare se stessa e l'amore complicato e costoso in termini di sentimenti violati e di emotività : "Avevo trenta anni. Avevo tutto. Non avevo niente. In questa apparente contraddizione era il mio tormento".
Dai numerosi viaggi della vivace Lucia, anziano medico giramondo, emerge un'intensa rete di forti rapporti familiari, amicali e culturali, propri del mondo ebraico. La diaspora si "visualizza" nelle sue mille sfaccettature, siano esse vittoriose o drammatiche, e gli scritti di questa anziana signora, insieme al carattere indomito della protagonista, ci restituiscono l'immagine di un popolo che, malgrado la sua millenaria dispersione, non ha mai perso se stesso.