Figlia di un medico e possidente sardo, l'autrice si trasferisce a Roma per sfuggire a un geloso innamorato siciliano. Prende due lauree, si sposa con un assistente medico di origini ebree, che muore in seguito alle ferite riportate dopo un bombardamento a Volterra, dove si erano traferiti. Finita la guerra, torna in Sardegna, sposandosi di nuovo.
Il difficile rientro in Sardegna di un ex operaio Fiat: fallito il tentativo di aprire un negozio di generi alimentari, invia domande per l'assunzione a enti pubblici e a ditte private. Le lentezze burocratiche e l'ostilità di molti concittadini, che vedono in lui un elemento di destabilizzazione per la fragile economia del paese, non lo allontanano dall'amore per la propria terra.
L'autrice, un'insegnante sarda, ripercorre la storia della famiglia. Il padre è un impiegato di banca a Cagliari, mentre la madre lascia l'insegnamento per dedicarsi ai cinque figli. Muore quando l'autrice ha undici anni e da allora la figura paterna si fa carico della numerosa famiglia., nonostante debolezze e fragilità. Il racconto ricostruisce anche i legami con i numerosi parenti.
Dopo i primi quindici anni vissuti nella campagna circostante, nel 1958 Enzo si trasferisce a Bologna: qui può condurre una vita sociale più intensa ed inizia ad occuparsi di politica e di sindacalismo. Gli anni del benessere diffuso e dei progressi sociali lo vedono affermarsi nella carriera sindacale e nella realizzazione della vita familiare fino al pensionamento con l'inevitabile velo di tristezza.
Dotato di quella fierezza tipica della cultura pastorale sarda, condannato per un reato gravissimo, a suo dire mai commesso, lasciandosi trasportare da sentimenti di profonda avversione contro un certo sistema, organizza e porta a termine un sequestro di persona con finalità estorsiva. Le cose finiranno con l'andare nel peggiore dei modi, con la morte dell'ostaggio e con la sua condanna all'ergastolo.