Partito volontario per la Guerra Etiope, in un primo momento ha l'incarico di porta ordini e, in seguito, farà l'attendente. A causa del suo carattere "vivace" si trova spesso a discutere, anche con i superiori. Destinato, in un secondo momento, al lavoro presso le varie ditte che operano nell'A.O.I. nella costruzione di fortificazioni, opere difensive e strade, tratteggia un interessante spaccato del modo di vivere dei lavoratori italiani in Etiopia nel periodo della guerra di conquista e nei primi anni del secondo conflitto mondiale.
L'autore nasce in provincia di Varese nel 1911. La memoria descrive gli anni di guerra e di prigionia dal marzo 1941 all'aprile 1944, da quando partecipa alla campagna di Jugoslavia ai vari e duri spostamenti della vita militare. Prigioniero prima in Africa e poi in Inghilterra, dove viene trattato civilmente, tornerà in Italia due anni dopo dalla fine del racconto, nel 1946.
Epistolario suddiviso in due parti. Nella prima si tratteggia la storia del fidanzamento dei due scriventi, dai primi sguardi furtivi alla richiesta ufficiale della mano della ragazza, fino al matrimonio avvenuto quattro anni dopo. Le lettere descrivono anche il contesto in cui si svolge la storia: siamo in un quartiere popolare di Roma, i protagonisti impegnati nel piccolo commercio di carni. Il secondo carteggio, molto più consistente, intreccia le fila dell'esistenza dei due coniugi separati dalla guerra. Alessandro è impegnato come ausiliario e lavora come infermiere, telefonista, postino, in diverse sedi. Malgrado le sue incombenze non tralascia di scri...
Un impiegato in pensione scrive una memoria della sue esperienza di guerra. Nel 1917 dopo la ritirata di Caporetto si trova sulla riva destra del Piave, in prima linea di fronte agli Austriaci che si sono attestati al di là del fiume. La sua vita trascorre tra combattimenti in trincea e periodi di riposo nelle retrovie. Partecipa alla battaglia del Solstizio del luglio e agosto 2018 e in previsione dell'ultima offensiva si sposta verso il Tagliamento. Qui lo coglie la notizia dell'armistizio ma insieme al sollievo subentra la preoccupazione per un attacco di malaria. Ricoverato in un ospedale a Trieste ottiene la licenza di un mese e torna a casa.
Un maestro siciliano, sposato con due figlie, viene richiamato alle armi e inviato a Modena alla Scuola ufficiali, da dove esce con il grado di tenente. Scrive lettere affettuose alla moglie rimasta sola in Calabria, dove abitavano, in cui esprime profondi sentimenti familiari e dove racconta la sua vita. Le lettere dal fronte sono veloci e scarne, fino al ferimento durante l'undicesima battaglia sull'Isonzo. Ricoverato in ospedale muore nel novembre del 1917.