Diario di quattro giorni, che narra un episodio accaduto all'autore e a sei alpini del Genio sul fronte greco - albanese quando furono mandati a riparare una linea telefonica.
Volontario in Africa, ufficiale di reparto dei bersaglieri, combatte indefessamente fino alla sconfitta di El Alamein, dopodichè cadrà prigioniero degli inglesi. La stima per Rommel e l'attaccamento al tricolore lo portano ancora oggi ad attribuire alla sorte gran parte delle colpe della rovinosa sconfitta subita.
Partito volontario per la Guerra Etiope, in un primo momento ha l'incarico di porta ordini e, in seguito, farà l'attendente. A causa del suo carattere "vivace" si trova spesso a discutere, anche con i superiori. Destinato, in un secondo momento, al lavoro presso le varie ditte che operano nell'A.O.I. nella costruzione di fortificazioni, opere difensive e strade, tratteggia un interessante spaccato del modo di vivere dei lavoratori italiani in Etiopia nel periodo della guerra di conquista e nei primi anni del secondo conflitto mondiale.
Un militare della Grande Guerra, marito e padre, viene fatto prigioniero e rinchiuso nei campi austriaci. Il pensiero costante alla famiglia, le privazioni e le notizie che arrivano dal fronte occupano gran parte delle pagine che scrive durante la prigionia.
Durante la Seconda guerra mondiale, un dirigente industriale milanese - rimasto in città mentre la famiglia si è trasferita a Cortina d'Ampezzo (BL) per sfuggire ai bombardamenti - tiene un diario dove accanto agli accadimenti privati annota gli eventi bellici e le proprie riflessioni in relazione all'andamento del conflitto. Convinto antifascista, vede l'Italia versare in condizioni sempre più critiche a causa del regime. La sua vita si conclude prima della fine della guerra, a causa di una grave malattia ai polmoni.