Un diario come dialogo con la madre anziana e non più autosufficiente scritto da un'assistente sociale con una vita piena di impegni e con una grande passione per l'astrologia.
Un'infanzia movimentata a causa della precarietà lavorativa del padre baritono. Dopo il conseguimento del diploma di perito agrario, intraprrende la sua attività di apicoltore, pollicoltore, vivaista, contemporaneamente al suo lavoro di "maestro agrario". Abbraccia la fede cristiana, mentre la sua vita familiare si svolge felicemente come marito, padre e infine nonno.
Una signora tedesca annota in italiano in due piccole agende (1979 e 1984) il tempo che fa e il trascorrere delle sue giornate dipingendo e prendendosi cura di due gatti e del giardino.
Fin da bambina si ingegna in mille lavori, compresa la raccolta del riso. Si innamora, poi, di un giovane toscano e lo sposa trasferendosi, così, a San Vincenzo dove trascorrerà tutta la sua lunga vita fatta, ancora, di duro lavoro per mandare avanti la famiglia, ma anche di gratificazioni portate dal benessere economico e dalla riscoperta della passione per la pittura.
Dopo i primi quindici anni vissuti nella campagna circostante, nel 1958 Enzo si trasferisce a Bologna: qui può condurre una vita sociale più intensa ed inizia ad occuparsi di politica e di sindacalismo. Gli anni del benessere diffuso e dei progressi sociali lo vedono affermarsi nella carriera sindacale e nella realizzazione della vita familiare fino al pensionamento con l'inevitabile velo di tristezza.
Una donna scrive su quanto il periodo di distanziamento sociale e di restrizione dovuto all'emergenza sanitaria Covid-19 sia disorientante e surreale. Ci si sofferma a fare cose che in altri momenti lo stato d'animo non sarebbe stato disposto. Il tempo sembra dilatato e vivere in campagna è l'unica possibilità di speranza e di prospettiva per un nuovo futuro.