Un giovane, affetto da distrofia muscolare grave, redige per quattro anni un diario, in cui appunta la propria esperienza di giocatore di wheelchair-hockey, sport praticato su carrozzina elettrica. Le speranze e le delusioni per gli scontri persi, testimoniano il suo spirito agonistico e una continua crescita personale.
Diario redatto al seguito del Giro d'Italia di ciclismo dell'anno 2000. Insieme con un amico pittore, vero protagonista del racconto, l'autore segue le tappe del giro e fa una cronaca del dopo corsa, delle bellezze artistiche e dei paesaggi traversati.
In un testo che collega in ogni pagina il passato vissuto dall'autore con il presente della scrittura, un pensionato ricorda la propria vita: di genitori italiani, cantanti, nato e vissuto fino a diciannove anni ad Alessandria d'Egitto, intraprende gli studi musicali al conservatorio, ma questi non gli vengono riconosciuti una volta che rientra con la famiglia in Italia, dopo la rivoluzione del 1953. Si diploma perito elettronico e si dedica a varie attività fino a diventare cartellonista pubblicitario.
Nella memoria di una pensionata, nata in Austria ma cittadina italiana, il racconto di una giovinezza spensierata, anche se segnata dalle difficoltà della guerra: appartenente ad una agiata famiglia, sposa felice e madre di due figli, con la chiusura della miniera di lignite di proprietà del suocero affronta un delicato periodo di ricostruzione. Trasferitasi a Roma dall'Umbria, assiste ai trionfi del marito, direttore della Ferrari corse e si avvicina al giornalismo.
Da apprendista magazziniere ad ispettore di polizia municipale in servizio a Bologna: un pensionato ripercorre non solo le tappe più significative della propria carriera lavorativa, ma anche la parallela passione per il ciclismo. Sportivo e dirigente regionale, da sempre si è impegnato nel trasmettere ai giovani l'amore per questa disciplina.
Diario che racconta con parole e disegni gli anni del Liceo Longone di Milano e al Convitto Nazionale quando l'autore coinvolgeva i compagni che lo aiutavano a scrivere il quaderno di classe. Nel 1942 la famiglia è sfollata a Velate (Varese), dove prende la maturità. Richiamato alle armi sceglie la renitenza e si rifugia a Caglio, sopra Lecco. Nel marzo 1944 si arruola in sanità e viene trasferito a Novara, 2° Reggimento Fanteria. Diventa Alpino e cerca di non andare in Germania. A Vercelli sceglie la diserzione nascondendosi fuori Varese, usa falsi documenti e tiene un diario dove modifica la realtà. Entra in contatto con esponenti della Resistenza, cattoli...