L'8 settembre 1943 l'autore si trova militare nel Montenegro. L'armistizio lo coglie di sorpresa e nello sbandamento che ne consegue decide di seguire i tedeschi come prigioniero, rifiutando di lavorare per loro. Inizia così il lungo viaggio verso il campo di prigionia in treno, in condizioni estremamente disagiate, attraversando Serbia, Croazia, Austria e finalmente in Polonia, dove trascorre i mesi invernali tra freddo e fame. A marzo di nuovo partenza per l'Olanda. Nel frattempo molti dei suoi compagni accettano la proposta di lavorare con i tedeschi, mente lui resiste ancora. Nell'aprile 1945 finalmente arrivano gli Alleati e a settembre può tornare a ca...
Educato in una famiglia borghese di fede fascista, Ulrico aderisce immediatamente alla R.S.I. e si arruola nel battaglione Lucca della Guardia Nazionale Repubblicana. La fede che nutre nei suoi valori è incrollabile e per essa combatte, in camicia nera anche quando avrebbe dovuto indossare il grigio-verde dei marò della San Marco, fino all'ultimo, fino alla inevitabile resa nel maggio del 1945.
Un soldato toscano, prigioniero in Africa, scrive una memoria datata degli eventi che lo hanno condotto fino lì. Richiamato alle armi nel febbraio 1943 dopo una breve permanenza a Livorno è inviato in Sicilia, a Erice, poco prima dello sbarco americano. Qui viene fatto prigioniero e condotto in Africa dove rimane in due campi fino al rimpatrio nel dicembre 1944. La licenza definitiva dall'esercito arriva alla fine della guerra, nell'agosto 1945.
Catturato dai Tedeschi nell'ottobre del '43 e trasferito in Germania, a causa delle precarie condizioni di salute, ulteriormente esasperate dalla durezza della vita nei campi di prigionia, opta per l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana, riuscendo così ad ottenere migliori condizioni di vita ed il rientro in patria. A Roma prenderà, poi, contatto col Fronte Clandestino di Resistenza.