La vita di Luigi, nel 1915, è serena perché ha finalmente un buon lavoro ed è appena nato il suo secondo figlio, ma questa serenità viene inaspettatamente interrotta dalla chiamata alle armi. Costretto a partire per la guerra, rivedrà la famiglia un'unica volta prima di cadere a Gorizia nell'agosto del 1916.
Dalla memoria di un anziano signore, riemergono i ricordi: la guerra dei sommergibili; l'occupazione tedesca, il passaggio del fronte e la liberazione in Valtiberina; il procedimento di "discriminazione", risoltosi felicemente e senza problemi, al quale è stato sottoposto nel dopoguerra in quanto sottufficiale in carriera e l'interessante prospettiva di lavoro che gli si è presentata e che si è poi pienamente realizzata nel corso degli anni.
I ricordi dell'infanzia e dell'età adulta si sovrappongono in questo racconto nel quale l'autrice rivive momenti della sua esistenza, soprattutto quelli del periodo bellico quando, ancora bambina tremante di paura, aiutava la madre a portare in salvo due soldati italiani ricercati dai Tedeschi.
Cento giorni di guerra sul Carso: in una natura bellissima, i combattimenti, la paura e il sangue dei soldati impegnati nelle battaglie lungo l'Isonzo.