Dopo aver ricostruito la storia della propria famiglia, un imprenditore in pensione racconta la propria vita, segnata dalla morte del padre avvenuta ad appena un anno, ripercorrendo gli anni del lavoro, il matrimonio e la dura esperienza del rapimento di un figlio.
I problemi e le fatiche di uno straniero verso il futuro
Khayam Ali
Un piccolo afghano e la sua famiglia subiscono la violenza dei talebani e la sua vita cambia radicalmente. Riuscito a sfuggire ai guerriglieri, lascia il Paese di origine e inizia un lungo e difficile viaggio migratorio attraverso l'Iran, la Turchia e l'Europa dell'Est. Si ferma per un periodo in Austria e poi giunge in Italia, dove viene accolto in una comunità per minori. A due anni dal suo arrivo a Milano è diventato maggiorenne, ha concluso il proprio percorso di protezione internazionale, si dedica allo studio e coltiva alcuni hobby.
Kemal nasce a Bengasi da padre libico e madre italiana. Un'esistenza segnata dall'odio razziale e dal fanatismo religioso e politico, dalla corruzione praticata a tutti i livelli, ma anche dalla speranza e dalla capacità di rinascere dopo ogni sabotaggio, ogni trasloco forzato, ogni calamità umana e naturale, che si abbatte sul benessere portato alla famiglia dalle attività impiantate dal padre. Kemal trascorre l'infanzia in Etiopia e poi in Eritrea, vittima delle persecuzioni verso italiani e stranieri del post-colonialismo e dopoguerra, nonchè dell'invidia per le sue capacità intellettive ed imprenditoriali. Dopo il nuovo spostamento in Libia, Kemal con ca...