Una giovane fiorentina avvia il suo diario nel giorno in cui festeggia il diciottesimo compleanno, nel luglio 1943. È una ragazza matura, lavora e si guadagna da vivere, vorrebbe concedersi più tempo per le gite, i divertimenti, le amicizie e gli amori, come confida al suo diario. La guerra però incombe e le procura il dolore più grande della sua vita quando la madre muore sotto le bombe. Un lutto straziante, unito alla casa ridotta in macerie, all'incertezza che si fa sempre più forte e a un conflitto che non accenna a terminare. Quando finalmente la guerra finisce, ecco una stagione di progressiva riconquista della normalità, a partire dalle piccole cose c...
Parlami d'amore Mariù. Vita "ritrovata" al tempo del Coronavirus
Marcello Venturini
Un uomo fa memoria della propria vita, raccontando in particolare gli anni dell'infanzia e della giovinezza. Nato nel 1940 a Siena, assiste insieme al padre all'arrivo degli Alleati in città e nonostante all'epoca fosse molto piccolo ricorda anche altri episodi del tempo di guerra, legati soprattutto allo sfollamento e ai bombardamenti. La storia familiare, il percorso di formazione e di studio, l'impegno politico sono - oltre al periodo bellico - i temi principali del suo racconto.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1940-1943
Fine presunta: 1990-2000
Una donna nata nella provincia romana sul finire degli anni Trenta ricorda il periodo dell'infanzia. Orfana di padre, durante la guerra sfolla con la madre e il fratello per sfuggire ai bombardamenti, trovando ospitalità in Umbria presso alcuni parenti. Nel dopoguerra raggiunge la madre a Roma, dove la donna si era trasferita alla ricerca di lavoro. L'impatto con la città rappresenta per lei una prova non facile, ma riesce a superare le difficoltà e quando appena tredicenne inizia a lavorare come parrucchiera è felice per i primi guadagni e soddisfatta del proprio lavoro.
L'autrice nasce a Salonicco da genitori italiani e lì frequenta le scuole. Allo scoppio della guerra, in conseguenza di un accordo fra Italia e Grecia, la famiglia è espulsa e si rifugia in Istria fino all'arrivo dei titini. Si rifugia poi a Trieste dove svolge diversi lavori fino al 1945, anno della liberazione e occupazione jugoslava, che racconta dettagliatamente. Dopo l'estate di quell'anno decide di riprendere gli studi e si trasferisce a Modena, mentre a Trieste prosegue il periodo di tumulti e manifestazioni per l'incertezza di quel confine che non viene ancora definito.
Un uomo nato nel milanese sul finire degli anni Trenta racconta la propria infanzia vissuta durante la Seconda guerra mondiale e nel periodo successivo al conflitto, proseguendo poi la propria memoria fino ai primi anni Sessanta.