Un'educatrice di Bergamo racconta in tre diari le vicende legate alla separazione dal compagno e alla gestione dei due figli. Nonostante le sofferenze non si pente della sua decisione. Lentamente riprende in mano la sua vita anche grazie alla scrittura e all'esercizio autobiografico. Iscritta alla Lua (Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari), sfrutta questa occasione per fissare su carta il dolore e i suoi sentimenti. Non mancano le annotazioni sulla pandemia di Covid- 19.
Il testo rievoca il percorso di vita dell'autore partendo dagli anni poveri dell'infanzia segnati dal passaggio del fronte, a Pieve Santo Stefano (AR). Il paese è minato, la famiglia sfolla a Canneto (MN) , dove trascorre dieci mesi. Una volta tornato a casa, dopo la licenza elementare, Gino si mette subito a lavorare nel podere e in altre piccole attività, per aiutare la famiglia che conta già sei figli. Avendo un buon carattere viene assunto senza difficoltà da diverse imprese per lavori di campagna, come manovale e autista. Dopo il servizio militare emigra a Milano ma lascia dopo poco l'attività in una fabbrica di manufatti in gomma a causa dell'inquiname...
Memoria di un'insegnante elementare in pensione. Parte dal ricordo dei nonni paterni bellunesi e di quelli materni sloveni. Trascorre un'infanzia povera ma serena. Descrive le scuole, le amicizie, i giochi, la religiosità della famiglia. Dopo il diploma da maestra inizia a insegnare, si sposa e ha due figli, Dopo la morte del marito la sua vita è molto sofferta ma trova conforto nella fede. Si risposa e vive a Bassano del Grappa.
Un ragazzo di vent'anni scrive al fratello, ai genitori, dai vari luoghi di guerra dove è stato destinato: Albania e Grecia prima, poi a Cuneo e infine in Russia, dove morirà a soli 23 anni. Le lettere non raccontano nulla di ciò che accade intorno per via della censura e soprattutto non vuole allarmare i familiari, ma fanno emergere l'amore per i genitori e per il fratello.