Un gustoso collage del visssuto dell'infanzia e dell'adolescenza di un ragazzino appartenente ad un'agiata famiglia romana che, senza grande convinzione, aderisce alla società fascista del tempo fino agli eventi bellici i quali, pur affrontati senza troppe diffficoltà, segnano l'esistenza del nucleo familiare. Sullo sfondo la vita e le vicissitudini della città e del quartiere dove l'autore vive.
Un ragazzo afghano lascia il proprio Paese e arriva in Italia dopo la presa di potere dei talebani. Prima del loro avvento ha una vita personale e familiare serena: studia, lavora e gioca a calcio con successo, ma poi tutto cambia bruscamente. La partenza mette in salvo lui e i suoi cari e nella sua nuova vita italiana è felice di poter andare a scuola e fare progressi, ha ripreso ad allenarsi e attende il debutto in campo. Resta, tuttavia, in lui la tristezza per gli amici rimasti in Afghanistan e impossibilitati a iniziare una vita diversa.
La corrispondenza - principalmente con la madre - di un militare forlivese che durante la Seconda guerra mondiale è in servizio nella penisola balcanica, dove viene fatto prigioniero dai tedeschi dopo l'armistizio e internato in Polonia. Entrato a far parte dell'esercito repubblicano, completa l'addestramento e rientra in Italia. Preso prigioniero dagli alleati, è deportato in Algeria. Al termine del conflitto deve attendere quasi un anno per tornare libero: al rientro dall'Africa nel febbraio del 1946 è trattenuto altri due mesi in un campo di prigionia in Puglia prima di poter fare ritorno a casa.
Un giovane senegalese emigra per la prima volta mentre è ancora studente e trascorre il tempo delle vacanze estive in Gambia, lavorando come venditore d'acqua. A ventisei anni decide di nuovo di lasciare il Senegal e dopo un viaggio di una ventina di giorni arriva a Douala, in Camerun, dove si unisce alla comunità dei senegalesi.