Nella Trieste mitteleuropea, un ragioniere di sveviana memoria analizza criticamente la storia d'Italia nei convulsi anni del boom economico. Memore di una guerra i cui echi sono ancora vicini, tutto il suo ardore è rivolto alla condanna di quei mali nidificati nelle alte sfere governative che impietosamente l'autore condanna per mediocrità e povertà di spirito.
Le confessioni di un generale che, in età avanzata, si accorge di aver intrapreso la carriera militare solo per riscattarsi da una misera condizione sociale pagando poi, questa scelta, con la rinuncia a un grande amore.
"Un caleidoscopio di piccoli avvenimenti": così una donna amante della filosofia definisce il suo diario dove saltuariamente vengono annotati frammenti di vita familiare e paesana che tratteggiano un preciso contesto sociale e un grande amore per la sua terra di Sicilia.
La storia, interamente autobiografica, si svolge a Napoli. Franco Certaldo e Mara Giglioli sono una giovane coppia che vive alla giornata.Punto cruciale del racconto è l'inizio del lavoro nel 1951 di Franco presso la Socony Vacuum Italiana, una raffineria, come "vigilante". Nell'ambiente della fabbrica conosce e intraprende la via sindacalista nella C.G.I.L. Due figli, l'ultimo con problematiche psichiche, una moglie fragile, tanta povertà e tanti sacrifici, il tutto unito ad un fervente impegno sindacalista: questa è la vita di Franco Certaldo.
Sotto forma di lettera un istriano racconta la sua prigionia e il dopo il dopoguerra a Trieste, dove anche lui e la sua famiglia sono costretti a subire le conseguenze delle controversie fra Italia e Jugoslavia. Lavora molto, si costruisce una casa dopo il matrimonio, ma la deve abbandonare per i nuovi confini fissati dal trattato di Osimo. Ora è solo, la moglie è morta e riflette sul passato e sul presente di quelle terre contese.