Un giovane operaio, catturato durante un rastrellamento fascista nel bolognese, nel settembre del 1944, è condotto prigioniero ad Innsbruck; da un compagno apprende incredulo gli eccidi perpetrati dai tedeschi in territorio italiano.
"Zappaterra" sono i contadini ignoranti che accolgono l'orfana Magherita, la fanno rinchiudere nel suo isolamento che qualcuno chiama "malattia mentale", partecipano alle prime rivendicazioni proletarie. La strage di Marzabotto è per lei la rappresaglia causata dal comportamento dei partigiani e l'Emilia comunista guarda con sospetto a questa contadina che va in chiesa.