Una ragazzina di dodici anni a malincuore deve abbandonare il paese natale, per diventare operaia in una fabbrica di Torino. I soldi guadagnati dovrebbero contribuire alle esigenze della famiglia rimasta in Veneto, ma vengono trattenuti dalla zia che la ospita, e che non la rispetta. Grazie all'aiuto del cugino viene raggiunta dalla madre e dalle sorelle, riuscendo a vivere più serenamente il resto della sua giovinezza, fino al matrimonio.
Il 10 settembre 1943 i tedeschi occupano Schio, facendo morti e prigionieri. Da allora Leone, occupato presso una carrozzeria, ascoltando Radio Londra annota gli avvenimenti che interessano l'Italia e il territorio circostante fino alla fine della guerra: le retate e rappresaglie dei tedeschi, le conquiste degli alleati, i prigionieri catturati, le azioni dei partigiani e le difficoltà quotidiane per sopravvivere.
Un giudice del Tribunale di Misurata (Libia) scrive alla moglie rientrata in Italia con le due bambine piccole nel novembre del 1941. Nell'arco di poco più di un anno si scrivono 440 lettere per raccontarsi le loro giornate, le loro speranze, e la paura per il futuro incerto. Nel dicembre del 1942 lui otterrà una licenza e rientrerà in Italia con la speranza reciproca di ritornare nell'amata Libia