Appassionate lettere d'amore inviate da una nobildonna milanese, madre di cinque figli, a un ufficiale dei bersaglieri. Dal fitto carteggio emerge la figura di una donna emancipata, Emilia, che, esasperata da un marito insensibile, arriva, in pieno Ottocento, a chiedere la separazione legale.
Estremi cronologici
1872
-1881
Tempo della scrittura
1872
-1881
Tipologia testuale
Epistolario
Natura del testo in sede
Originale autografo: 1
Dattiloscritto: 3
Allegati
Fotografie
Una vita vissuta sopra le righe, riscattata nella maturità dalla laurea e dall'insegnamento, con tante avventure e tante esperienze, dalla maternità, con le sue responsabilità, al dramma della malattia affrontata con forza e determinazione.
Un uomo nato ai primi del Novecento tiene un diario fin dall'infanzia e per circa mezzo secolo affida alle sue pagine la cronaca della propria vita e la narrazione delle vicende storiche e politiche nazionali e internazionali. Funzionario ministeriale, in epoca fascista presta servizio nelle colonie e rientra in Italia nel dopoguerra, proseguendo la sua professione e mantenendo un fortissimo amore per la Patria. Marito e padre, si dedica alla famiglia - superando momenti difficili tra i quali la morte prematura della prima moglie - e coltiva i propri passatempi, in particolare la pittura e il modellismo.
Durante la Seconda guerra mondiale un giovane trevigiano chiamato alle armi scrive alla fidanzata, con la quale corrisponde già da civile. Le sue lettere - inviate prima nel corso dell'addestramento e poi dal fronte - sono piene di sentimento e di nostalgia e forniscono all'amata anche notizie della vita militare.
Sul finire degli anni Trenta, un ufficiale piemontese presta servizio nell'Africa Orientale Italiana. La sua permanenza in Etiopia si protrae fino al 1941, quando è fatto prigioniero dagli inglesi. In una lunga memoria racconta luoghi, incontri, usanze, eventi bellici e fatti salienti della sua esperienza africana, durante la quale cerca sempre di compiere il proprio dovere.