Un uomo nato negli anni Trenta in una famiglia di braccianti intraprende fin da ragazzo la carriera politica e sindacale, ricoprendo per molti anni ruoli dirigenziali. Giovanissimo, il PCI lo invia a studiare a Mosca e la sua permanenza in Russia è occasione di incontri e di esperienze importanti per la sua formazione e per la sua attività pubblica.
1980: l'autrice sta iniziando a frequentare Filosofia all'Università di Pavia quando inizia ad annotare nel diario le impressioni su questa nuova fase della sua vita e su quel periodo. Anni pieni di avvenimenti di cronaca tragici, dalla strage alla stazione di Bologna, il terremoto dell'Irpinia, le uccisioni delle Brigate Rosse, la comparsa dell'AIDS, l'attentato al Papa.
Figlio di un Ufficiale di Marina l'autore trascorre l'infanzia all'Isola d'Elba, spostandosi comunque frequentemente per il lavoro del padre. Si stabilisce poi a Roma, dove segue gli studi universitari e dove di laurea. Vive il Sessantotto e acquista una coscienza politica iscrivendosi al PCI e lavorando nella CGiL. Ottine incarichi importanti nel sindacato, viaggia molto per lavoro e per piacere, scrive e collabora con il Manifesto. Si sposa e ha un figlio ma viene abbandonato dalla moglie. Ormai in pensione, con una nuova compagna di vita conduce una vita attiva, dedicandosi a sempre nuovi viaggi.
Trentaquattro anni di vita (1906-1940) ricostruiti nel dettaglio, grazie a una predisposizione innata verso la scrittura di sé che lo aveva portato a disseminare agende di appunti e fatti, ancor prima di concepire sistematicamente la scrittura di un diario. Una pratica che Marcello avvia in un momento delicato della storia italiana, poco più di un mese dopo l’ingresso nella Seconda guerra mondiale. Da quel giorno e per i successivi 48 anni (1940-1988) non rinuncerà più a raccontare in prima persona la sua traiettoria personale e quella della sua famiglia, di antica nobiltà napoletana, legata in modo profondo alle vicende del Paese. Il padre Giulio, eminente...