"Africa" è il soprannome affibbiato ad un soldato di leva abruzzese, reclutato tra gli alpini, dai commilitoni settentrionali di cui si guadagnerà il rispetto accentuando il suo aspetto di "Rambo", in modo tale da nascondere la solitudine e la nostalgia di casa.

Alcuni ragazzi alto-atesini di lingua italiana e tedesca si trovano a condividere il servizio militare con milanesi e bergamaschi. Ne nascono impensabili "combinazioni chimiche" ma anche un'inquietante testimonianza su fatti avvenuti nel 1964 in Sud Tirolo, in preparazione del colpo di stato di De Lorenzo. Lo documenta una memoria scritta negli anni Novanta, con allegate molte lettere di allora.

La dura infanzia nella campagna ferrarese, secondo di sette figli rimasti orfani, un disegnatore di automobili ricorda la sua vita, descrivendo l'esperienza militare ad Avellino e Merano, per lui molto negativa, fino all'attività lavorativa, contrassegnata dalle difficoltà di relazione con gli altri.

L'infanzia e l'adolescenza in Sardegna, nella povertà dignitosa, un lavoro in miniera e il militare in Friuli come speranza di riscatto. L'incontro con la ragazza che sposerà per poi emigrare con lei in Svizzera, insieme con la loro figlia. Qui il lavoro, l'adattamento, un'altra figlia e finalmente la pensione, l'agiatezza, le figlie sistemate.

Negli anni Settanta, durante sette mesi di servizio militare a Messina, un giovane calabrese scrive assiduamente alla fidanzata. Simpatizzante della sinistra extraparlamentare, continua la sua attività politica dentro la caserma. Sostenitore di uno sciopero del rancio, è processato e condannato a sei mesi di carcere. Nei suoi scritti emergono riflessioni sulle sue condizioni di vita, sul comportamento di commilitoni e superiori, sul sentimento forte che lo lega all'amata Ginetta.