L'autore, nato a Pisa nel 1924, di leva nel 1944, si trova a dover scegliere se unirsi ai partigiani o all'esercito di Salò. Il senso del dovere lo spinge a collaborare con i tedeschi, per riscattare il tradimento perpetrato dall'Italia nei confronti dell'alleata Germania e difendere la dignità del suo paese. Lascia la famiglia e la fidanzata, partecipa con sofferenza ad una guerra che considera fratricida e ingiusta, fino alla disfatta dell'esercito tedesco e il ritorno a casa.
Il racconto d'infanzia di un artigiano toscano, è dominato dalla figura del nonno dal quale ha imparato ad amare e rispettare il prossimo, la terra, la natura e i luoghi. Ma il nonno, anarchico e socialista, gli ha insegnato soprattutto a sognare e a sperare nel cambiamento dell'uomo.
Una pensionata rivive i dolori e le privazioni vissuti da bambina durante la Seconda guerra mondiale. Se all'inizio i bombardamenti non le fanno molta paura, perché rappresentano un'occasione per alzarsi di notte e giocare, con la resa dell'Italia e la guerra civile le cose cominciano a peggiorare radicalmente, tanto da convincere il padre ad attraversare il fronte per raggiungere la parte d'Italia occupata dagli alleati. Anche a guerra terminata i guai non finiscono: il padre viene infatti processato per essere stato un fascista, e si salverà dalla fucilazione solo per un colpo di fortuna.
Un funzionario del tribunale di Novafeltria scrive alla famiglia lontana, informandola sullo svolgimento della guerra sulla "Linea gotica", che lo costringe a sfollare dal paese.