Un uomo nato nel 1930 nel senese in una famiglia mezzadrile scrive la propria autobiografia. L'infanzia e il periodo della Seconda guerra mondiale - coi due fratelli maggiori militari e poi prigionieri - aprono il racconto, che prosegue fino al superato traguardo dei novant'anni. Nel dopoguerra Mario riprende gli studi in precedenza interrotti e ottiene il diploma da fattore, inizia poi a lavorare nelle fattorie e convola a nozze. Dal 1967 è direttore del neonato Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, per il quale si impegna fino al 2015, quando rassegna le dimissioni.
Nel 1939 un funzionario romano del Ministero dell'Educazione in servizio in Albania come consigliere permanente inizia a scrivere un diario della propria esperienza lavorativa, che prosegue poi nel Sud Italia e nella capitale. La caduta del fascismo e le vicende che scaturiscono dall'armistizio dell'8 settembre 1943 e della successiva occupazione tedesca generano in lui una progressiva presa di coscienza, che dopo il suo rifiuto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e culmina nel definitivo e irrevocabile abbandono dell'attività politica quando nella primavera dell'anno successivo apre una libreria. Il suo diario testimonia, oltre alle vicende personal...
Un ex capitano dell'esercito racconta lo sfollamento da Napoli di un gruppo di persone composto da familiari e amici. Dopo un viaggio complicato e non privo di pericoli, gli sfollati raggiungono Roma nel novembre del 1943. Nella capitale la lotta per la sopravvivenza è quotidiana e soddisfare i fabbisogni alimentari di una così vasta compagnia è un'autentica sfida, vinta anche grazie a una rete di solidarietà e assistenza. A rendere ancor più penosa la situazione, due gravi lutti colpiscono la famiglia nel maggio del 1944, poco prima della liberazione della città e del rientro del gruppo a Napoli, avvenuto all'inizio di luglio.
Estremi cronologici
1943
-1944
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1944-1948
Fine presunta: 1944-1948
Durante la Seconda guerra mondiale un militare siciliano presta servizio in Albania e in Grecia e dopo l'armistizio dell'8 settembre 1945 viene internato in Germania. Nella sua memoria descrive le condizioni durissime prima del periodo trascorso al fronte e poi della prigionia, tra violenze, fame, lavoro forzato e bombardamenti. Rientrato in Italia nell'agosto del 1945, raggiunge il proprio paese natale ma il ritorno a casa non ha per lui la gioia sperata.