Un piemontese nato sul finire degli anni Quaranta ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia e racconta le relazioni familiari e personali, il lavoro, l'impegno politico.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1950-1955
Fine presunta: 2000-2020
Per circa trent'anni, un cicloamatore annota in un diario allenamenti, percorsi e gare alle quali prende parte. Ha una predilezione per la montagna e scala diversi valichi alpini e appenninici, affrontando anche alcuni passi all'estero.
La corrispondenza - principalmente con la madre - di un militare forlivese che durante la Seconda guerra mondiale è in servizio nella penisola balcanica, dove viene fatto prigioniero dai tedeschi dopo l'armistizio e internato in Polonia. Entrato a far parte dell'esercito repubblicano, completa l'addestramento e rientra in Italia. Preso prigioniero dagli alleati, è deportato in Algeria. Al termine del conflitto deve attendere quasi un anno per tornare libero: al rientro dall'Africa nel febbraio del 1946 è trattenuto altri due mesi in un campo di prigionia in Puglia prima di poter fare ritorno a casa.
Sul finir degli anni Trenta un giovane ingegnere milanese, al debutto di una carriera che lo porterà ad assumere ruoli dirigenziali nelle maggiori aziende italiane, a inizia a scrivere a una ragazza verso la quale nutre sentimenti crescenti. La coppia convola a nozze in breve tempo, ma il matrimonio - allietato in poco meno di un decennio dalla nascita di tre figli - non mette fine alla corrispondenza, che continua nei diversi periodi in cui i coniugi sono separati per ragioni di lavoro.
Un fitto epistolario si snoda tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Settanta. Le lettere di due innamorati che partendo da una timida amicizia convolano a nozze superando molte difficoltà costituiscono il corpus principale della corrispondenza.