Un'attrice romana, alla morte del padre, entra nella casa vuota e trova una scatola con tutti i ricordi della madre: lettere, quaderni, foto, ritagli di giornale (lei frequentava i ragazzi di Via Panisperna). Tutti si riferiscono ai fratelli maschi, ma non a lei, che dopo il successo in televisione si perde in una relazione con un uomo che poi lascia dopo nove anni. Va ad abitare vicino alla casa del padre per stargli vicino. I rapporti familiari sono sempre stati lacerati e pieni di malintesi, solo con il riordino dei ricordi di famiglia si riconcilia con se stessa e con la madre. Per raccontare la sua storia sceglie un nome di fantasia.
Una donna racconta il calvario legato alla malattia del figlio, affetto da disturbi bipolari dall'età di ventotto anni. Le prime manifestazioni di disagio da parte del ragazzo, la ricerca di una diagnosi precisa, le cure che si fanno sempre più pesanti, i frequenti ricoveri, la fatica nell'ottenere risposte e le crescenti difficoltà familiari nella gestione della malattia sono i temi principali di una narrazione intima e al tempo stesso sociale.
Una "vita spericolata", intrisa di sofferenza ma mai dimentica del bisogno di amare e di essere amati, che cerca di riscattarsi attraverso molteplici percorsi terapeutici il più efficace dei quali si rivela essere la scrittura.
Una donna affetta da depressione scrive un "diario della malattia", per capire e superare ciò che sta affrontando, per conoscere se stessa e tornare ad amare la vita. Pensieri, riflessioni, cronache di eventi quotidiani, racconti di sogni e ricordi del passato si mescolano anno dopo anno in pagine fortemente introspettive e terapeutiche.