Un ufficiale veneziano combatte in Jugoslavia con il Reggimento Fanteria Marche, dove lo coglie l'evento dell'8 settembre 1943. Dopo un tentativo di resistenza a Ragusa (oggi Dubrovnik), in Croazia, e un tentativo fallito di fuga viene fatto prigioniero. Descrive quindi la permanenza nel campo di concentramento prima dell'invio in Polonia e in Germania.
Flora, dopo sei anni d'insegnamento fuori Roma, cerca di reinserirsi nella capitale. E' ancora alle prese con dolorosi problemi psicologici e relazionali, che la impegnano in un intenso lavoro di ricerca interiore.
Ventisei anni di vita racchiusi in altrettante agende, scritte con inchiostri colorati, arricchite da disegni, fotografie, cartoline e ritagli di giornale: Linda inizia a scrivere da bambina, mentre frequenta la scuola elementare, e continua costantemente quasi come in un processo di formazione identitaria e di passaggio verso l'età adulta. La sua pratica autobiografica rappresenta un tratto distintivo delle generazioni di adolescenti che si sono succedute tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento, che hanno cominciato a scrivere di sé sui diari di scuola, sulle agende che potevano servire anche per appuntare i compiti, ma non solo. Studentessa d'arte, a...
Un mezzadro di Vinci, sposato con una giovanissima del posto, arruolato negli Alpini nel 1940 è inviato prima in Jugoslavia e poi in Russia sul fronte del Don. Scrive ai familiari e alla moglie per rassicurarli sulla sua salute e per seguire le vicende di casa, con la speranza di farvi ritorno prima possibile. Dalle lettere si capisce che il fronte è fermo sulla destra del Don ma nel gennaio del 1943 avviene l'offensiva russa, dopo la quale l'autore risulta disperso.
Nato in una famiglia dell'alta società torinese, ci racconta l'infanzia e l'adolescenza felici, la giovinezza dedicata alla difesa della patria e dei valori in cui crede, la guerra e la liberazione del proprio paese. L'appartenenza ad un elevato ceto sociale fa sì che il racconto introduca personaggi importanti e situazioni interessanti.
Un boscaiolo toscano, sposato con due figli, è richiamato alle armi, prima in Italia e poi in Albania, da dove invia lettere alla moglie. In esse cerca di rassicurare la consorte circa la sua salute e la mancanza di pericoli. Durante una breve licenza la mette incinta per la terza volta, forse alla scopo di essere esonerato dalla guerra. Muore nel giugno 1943.