Nella seconda metà dell'Ottocento, un uomo narra i primi anni della sua vita in un poemetto in rima baciata scritto in dialetto milanese. Il suo racconto è incentrato sulla famiglia e sulle gioie e i dolori di un'infanzia segnata dalla povertà, concludendosi con la descrizione dei primi moti contro gli austriaci.
Sul finire del 1944 un antifascista viene arrestato e deportato prima a Bolzano, poi a Mauthausen e ad Auschwitz. Dopo la liberazione di Auschwitz nel gennaio del 1945, scrive alla moglie: le racconta la propria odissea e i patimenti subiti, l'attesa del rimpatrio trascorsa lavorando in una famiglia e i progetti per il loro futuro insieme.
Durante il primo conflitto mondiale un militare corrisponde con la madre prima della partenza per il fronte, durante la permanenza in zona di guerra e nei lunghi mesi di prigionia in Germania.