Un ufficiale in servizio in Albania al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero e internato nei campi tedeschi e polacchi. Un diario quasi giornaliero registra la durezza della vita da IMI, la fame, gli stenti, le condizioni di salute precarie, i difficili rapporti coi compagni di prigionia.
Due studenti universitari di medicina, lui spagnolo e lei italiana, si conoscono nell'estate del 1976 in occasione di una vacanza studio di un mese nella ex Jugoslavia. Si innamorano, ma trascorsa l’esperienza devono entrambi ritornare alle proprie case e alle proprie vite. Per coltivare un rapporto non banale e per colmare le distanze, cominciano a intrecciare un fitto epistolario. Fra viaggi, telefonate e lettere sempre più affettuose trascorrono i mesi e gli anni, fino a che la relazione si esaurisce in modo naturale, senza però che l'amicizia venga meno.
Nel 1944 un ufficiale in servizio a Corfù viene fatto prigioniero, arrestato dai greci in seguito a una delazione e consegnato ai tedeschi. Deportato in Germania e internato, assume poco tempo dopo lo stato di lavoratore ed entra in fabbrica. Molte sono per lui le privazioni da sopportare e incessanti i pericoli, legati soprattutto ai bombardamenti. Dopo oltre un anno di prigionia, rientra in Italia nel settembre del 1945.