Arruolato mentre lavorava in una fabbrica di aerei, viene mandato a combattere in Corsica; fatto prigioniero dai tedeschi, riesce a fuggire da un treno e ad arrivare alla fine della guerra nascondendosi in casa con l'aiuto della moglie.
Un giovane padre di famiglia diventa vittima di un suicidio mancato. Le conseguenze del gesto sono però traumatiche: trascorre mesi in cui non sa se riuscirà di nuovo a camminare, tra terapie faticose, affrontate con la speranza e la voglia di tornare ad essere di nuovo autosufficiente. A distanza di quattro anni ci riesce, consapevole che ha avuto una bella opportunità per riscoprire il valore della vita e dei sentimenti.
Lo spaccato di vita di un "uomo comune", classe 1905, apolitico e apartitico, che nel dopo armistizio si trova a svolgere la delicata professione di Segretario comunale a Calcinaia, con l'incarico di gestire la distribuzione delle scorte alimentari. Manilio affida al suo diario il racconto della sua solitudine, la mancanza della moglie e dei tre figli rifugiati nella sicura campagna umbra a Fabro. Ma annota anche i suoi pensieri di uomo onesto, le angherie dei fascisti della Repubblica di Salò, le pressioni affinchè si iscriva al nuovo partito repubblichino, la negligenza del latitante Podestà, i misfatti dei tedeschi e dei partigiani, e ancora la non avanza...
Una donna ricorda le drammatiche vicende della Seconda guerra mondiale, durante la quale appena tredicenne perde i propri cari in seguito a un bombardamento.