L'infanzia di una bambina in Argentina e il ritorno in Italia con i relativi disagi. Poi, gli studi, la guerra, lo sfollamento e la laurea, precedono un matrimonio forzato e molto infelice. Il lavoro del marito porta anche lei, insegnante, in Spagna, Messico e India, mentre nascono tre figli e un quarto muore. Alla fine, il divorzio.
Aperta da un lungo quadro genealogico, in cui si racconta di una famiglia che emigra e poi torna dall'Uruguay, l'autobiografia di una pensionata lucchese racconta principalmente il mondo armonico della propria infanzia e adolescenza. Gli entusiasmi fascisti e poi il dramma della seconda guerra mondiale corrono paralleli al disgregarsi della famiglia, provata da lutti (due fratelli, entrambi militari, muoiono precocemente) e da problemi ereditari. L'incontro con la religione ebraica, il secondo matrimonio, e il ritorno al paese natale, danno all'autrice la serenità a lungo inseguita. Quasi una saga romanzesca, scritta in terza persona.
Dettagliata cronaca di viaggio, corredata da fotografie, redatta durante gli anni da un'appassionata turista fiorentina, accompagnata dal marito e spesso anche da amici: le principali città italiane, europee e mondiali descritte nelle loro particolarità, dalle mete culturali a quelle gastronomiche, sempre con la voglia di conoscerle fino in fondo.
Un diario lungo oltre vent'anni, scritto da un giovane genovese stabilitosi a Manchester dopo aver vissuto e lavorato in diversi Paesi. La scuola, le amicizie, gli amori, i viaggi, il lavoro e la famiglia sono i temi principali del racconto.
Animatrice su navi da crociera, racconta la vita di bordo del personale "Crew", con tutti i risvolti di ordine pratico e psicologico. L'omaggio a Yemanja, lo spargimento di fiori e ceneri, insieme al resto della narrazione, ci danno l'immagine di una avanzata forma di post-modernità non priva di incertezze.