Un esule volontario in Svizzera, all'inizio del secolo partecipa con intenso attivismo e consapevolezza al movimento del socialismo - sindacalismo dei fuoriusciti italiani a Lugano. Conosce intellettuali e politici anarchici e socialisti dell'epoca. Si sposa e ha due figlie, una delle quali sposa Vincenzo Gigante, comunista imprigionato, torturato e morto nel 1945. Attraverso la storia di Gigante, Fonti penetra nelle vicende del fascismo e della guerra.
Un finanziere, insofferente alla vita militare, si congeda e, sfruttando le sua capacità d'iniziativa imprenditoriale, apre un ristorante-pizzeria di successo: ma l'ostilità dei famigliari e la crisi economica lo costringeranno a chiudere il locale e a sopravvivere facendo mille mestieri.
Dotato di quella fierezza tipica della cultura pastorale sarda, condannato per un reato gravissimo, a suo dire mai commesso, lasciandosi trasportare da sentimenti di profonda avversione contro un certo sistema, organizza e porta a termine un sequestro di persona con finalità estorsiva. Le cose finiranno con l'andare nel peggiore dei modi, con la morte dell'ostaggio e con la sua condanna all'ergastolo.
Un siciliano ripercorre la propria vita, soffermandosi in particolare negli anni della Seconda guerra mondiale. Arruolatosi come volontario, dopo l'armistizio sceglie di lasciare la vita militare. Oppostosi alla chiamata alle armi dell'esercito cobelligerante, affronta e supera positivamente le problematiche conseguenze a essa. Nel dopoguerra si sposa, diventa padre e lavora come ottico per cinquant'anni.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1923-1930
Fine presunta: 2001-2010
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 2001-2010
Fine presunta: 2001-2010