Negli anni del fascismo, l'infanzia e la giovinezza di una giovane pisana sono scandite dalla scuola e dall'educazione di regime, fino all'incontro col futuro marito: nel 1950 si trasferiscono in Francia, per il lavoro di lui. Il rientro in Italia, nei primi anni Sessanta, gli riserva qualche difficoltà.
Un'insegnante in pensione ricorda gli anni trascorsi in Francia: emigrata con il marito, tecnico della Piaggio, stringe numerose amicizie, lavora in una scuola privata e approfondisce la conoscenza della cultura francese. Rientrata in Italia, mantiene stretti contatti con gli amici d'Oltralpe.
Gli appunti di ogni giorno, che due sposi annotano su quattro agende: le spese per la casa, gli spostamenti per andare a trovare la figlia, emigrata in Francia con la famiglia, gli incontri con gli amici e le mete delle vacanze. Una scrittura rapida, spesso racchiusa in una sequenza di sigle, che basta per non dimenticare.
"Libertà di non sperare più nulla ma solo libertà di ricordare". Così Athe termina l'excursus nella propria vita, piena di nostalgia e inno alla libertà: dimenticare le violenze delle guerra, cercare, scegliere i ricordi e le "intime solitudini di vivere". Libertà di amare anche la gente triste, la Toscana e la sua campagna, ma anche la malinconia della natura in Francia e la dolcezza della figlia bambina.
Mille ricordi si sprigionano dalla mente "della Athe", ricordi dell'infanzia e della giovinezza, ricordi di giovane moglie e madre, poi luoghi e personaggi, talvolta molto noti, che hanno reso così "speciale" la sua lunga esistenza vissuta sempre con grande intensità.
Un giovane italiano, insegnante di italiano, francese e spagnolo nella scuola superiore inglese, scrive un diario dove parla del proprio lavoro, della propria famiglia e delle vacanze in Italia.