Ricompilata dal figlio Alceste, la memoria che Augusto ha scritto perchè "nipoti e pronipoti si ricordassero di lui": rimasto orfano in tenera età, è affidato ad un ricco possidente che lo educa facendolo frequentare le scuole dei gesuiti. Di spirito liberale, il ragazzo cerca di sottrarsi alla rigidità delle regole educative e, sullo sfondo delle guerre d'indipendenza, entra nelle file garibaldine, partecipando a combattimenti e imprese. Trasmettendola al figlio, nutrirà ammirazione e stima verso l'eroe dei due mondi, espressione della lotta per il trionfo dei propri ideali.
Un giornalista di Roma, figlio di un garibaldino, appunta per un trentennio gli eventi più interessanti della sua vita: il suo lavoro di scrittore, la vita familiare, la crescita e le malattie dei tre figli, le loro difficoltà negli studi e nel lavoro, la morte del padre Augusto e di persone care, fino al suo pensionamento, la malattia della moglie e la morte della giovane figlia. Il tutto contemporaneamente alle vicende storiche e politiche di quel periodo, che arriva fino alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Dalla memoria di un anziano signore, riemergono i ricordi: la guerra dei sommergibili; l'occupazione tedesca, il passaggio del fronte e la liberazione in Valtiberina; il procedimento di "discriminazione", risoltosi felicemente e senza problemi, al quale è stato sottoposto nel dopoguerra in quanto sottufficiale in carriera e l'interessante prospettiva di lavoro che gli si è presentata e che si è poi pienamente realizzata nel corso degli anni.