La memoria di un giovane soldato italiano che, in seguito ai fatti dell'8 settembre 1943, viene preso prigioniero dai tedeschi e inviato in un campo di lavoro in Germania. Nonostante i durissimi orari di lavoro, la fame e le scarse condizioni igieniche, rifiuta di arruolarsi nell'esercito di Salò in cambio della libertà e rimane prigioniero fino quasi alla fine della guerra, quando riesce a fuggire approfittando della diserzione dei soldati tedeschi che avevano il compito di sorvegliarlo.
Un bracciante agricolo abruzzese ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia e il suo racconto si concentra negli anni della Seconda guerra mondiale, quando in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi e internato nei campi del Reich. Destinato al lavoro in miniera, si ammala di tubercolosi e il suo lungo calvario medico non si arresta nemmeno una volta tornato a casa al termine del conflitto, poiché le conseguenze della malattia gli provocano un'invalidità permanente.
Un fitto epistolario si snoda tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Settanta. Le lettere di due innamorati che partendo da una timida amicizia convolano a nozze superando molte difficoltà costituiscono il corpus principale della corrispondenza.