Giovane laureata in psicologia, da sempre impegnata nel mondo del volontariato, decide di espletare il proprio tirocinio in Bolivia. Qui si imbatte nello sconvolgente degrado di un paese poverissimo e, al contempo, bellissimo che la affascina e la cambia profondamente, insegnandole ad amare senza la pretesa di giudicare.
Due operatori sociali portano l'esperienza della clownerie all'interno di un gruppo di bambini che vive nel complicato contesto di un quartiere "difficile" dell'estrema periferia nord di Milano. Il progetto si sviluppa nell'arco di tre anni durante i quali gli educatori-clown con grande fatica, cercando di non lasciarsi coinvolgere nelle problematiche delle famiglie, riescono a conquistare un poco la fiducia e talvolta forse anche l'amicizia dei piccoli.
Scrittore e poeta mancato, vive la scuola come una sorta di ripiego che non solo non si attaglia alla sua personalità, ma addirittura lo spersonalizza. Da preside, dopo l'entrata in vigore dei Decreti Delegati, stenta a riconoscersi nelle nuove modalità di gestione e le difficoltà che incontra nel dirigere un istituto grande e problematico lo sopraffanno. Ritroverà il suo equilibrio dopo il trasferimento nella piccola scuola di paese dove, tanti anni prima, aveva iniziato la sua carriera.
Nasce in un ambiente povero, esposto a forme di degrado, e nel crescere vive sempre più profondamente l'ingiustizia della differenza di classe; questo lo induce ad impegnarsi nel mondo sindacale, lottando per i diritti dei lavoratori e facendo anche una bella carriera all'interno della CGIL, dalla quale si dimetterà nel 2010, in dissenso con un mondo sindacale che non riflette più i suoi ideali ed i suoi sogni.
Cresciuto nella povertà e nel disagio del quartiere Mirasoli di Bologna, dopo l'8 settembre '43 aderisce alla resistenza. Arrestato, torturato e deportato in Germania, sopravvive all'orrore dei campi di concentramento, tra i quali Dachau, e a liberazione avvenuta riesce a rientrare in Italia nel 1945.