[...] Il biglietto qui unito mi venne lanciato dal balcone
Ida Nencioni
Una donna settantenne, affetta da gravi turbe psichiche, annota con sconvolgente purezza i piccoli eventi quotidiani della vita nelle case popolari milanesi e delle sue degenze ad Anghiari e nel manicomio di Arezzo: una testimonianza aspra del calvario a cui erano sottoposti in certi istituti i malati di mente. Dopo l'approvazione della legge 180 è seguita a domicilio dal Servizio Igiene Mentale di Sansepolcro e, chiusa nella sua "casa - scatolino", scrive anche le proprie memorie d'infanzia.
Sui fogli dei calendari, nel piccolo spazio successivo alla data, una pensionata milanese, priva di parenti stretti, sofferente di turbe psicologiche e costretta a vivere in Toscana, lontana dall'amata Milano, annota la sua solitudine quotidiana rotta dalle visite di medici e infermieri del Centro di igiene mentale che la seguono a domicilio dopo la chiusura dei manicomi, in seguito all'approvazione della legge 180 del 1978.
Estremi cronologici
1980
-1991
Tempo della scrittura
1980
-1991
Tipologia testuale
Diario
Natura del testo in sede
Originale autografo: 1
Fotocopia originale: 2
Allegati
Fotografie
Figlia adottiva, vive un'infanzia senza affetti. Adolescente, cerca la vera madre, la trova: appartiene ad una numerosa famiglia di giostrai con mentalità e abitudini molto diverse dalle sue. Si sposa molto giovane e ha due figli. Il primogenito le procura infelicità e dolori. Si droga e ruba. La minore subisce le molestie di un pedofilo. Il marito è debole. Si separano. Lei soffre di disturbi psichici che la costringono anche a ricoveri in clinica.