Le lettere ai famigliari, inviate da un missionario durante la lunga permanenza lontano dall'Italia, offrono testimonianze sulle usanze di un popolo e sulla vita nei villaggi indiani.
Un giornalista parte per l'India alla ricerca di un luogo dove vivere in povertà e lontano dall'Italia. Il lungo viaggio diventa pretesto per raccogliere immagini fotografiche e per scrivere sulla storia, le tradizioni religiose, la vita nei monasteri nell'India e anche nel Nepal. Ritorna poi in Italia, ma per ripartire subito verso una terra dove non si trovino tracce delle mafie del suo Paese.
Negli anni Settanta, un giovane grossetano parte con la sua compagna per un lungo percorso in autostop, in vecchi treni, con mezzi di fortuna, col mito del "viaggio verso Oriente", che era proprio di tutta una generazione. Racconta i luoghi, le persone, gli stati d'animo, le avventure e gli imprevisti di sei mesi di "nomadismo" attraverso i Balcani, il Medio Oriente e, soprattutto, l'India.
Un viaggiatore veneziano visita per oltre quattro mesi le città e i monumenti più famosi del Nepal e dell'India, da solo, con lo zaino e utilizzando esclusivamente i mezzi pubblici locali. Annota usi e costumi, storia, politica e consuetudini sociali di quei Paesi, mettendoli spesso a confronto con quelli occidentali.
Allo scoppio della guerra lavora come apprendista meccanico in un officina romana. Viene fatto prigioniero e passa quattro anni in India, nei campi di lavoro inglesi, poi in quelli di isolamento perchè considerato criminale e fascista. Da lì viene trasportato in Australia, per lavorare nelle "farm" agricole. Alla fine della guerra ritorna in Italia dove cerca di costruirsi un futuro attraverso molti mestieri, dal fabbro all'idraulico, all'agricoltore. Si sposa e ha quattro figli.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1930-1939
Fine presunta: 1970-1979
Una coppia convivente, lei quarantaseienne, decide di adottare un figlio. L'iter da seguire è pieno di ostacoli: nozze, finanze, psicologi, associazioni, documenti, salute di entrambi. Alla fine del percorso durato quattro anni c'è l'assegnazione di una bambina indiana di quasi otto anni. L'autrice scrive questa memoria per lei.