Rinchiuso dopo un rastrellamento tedesco nel campo di concentramento di Fossoli e deportato a Sachsenhausen, l'Autore annota in un diario vicende di affiatamento con i compagni di sventura e in particolare con un prete valtellinese.
Estremi cronologici
1942
-1945
Tempo della scrittura
1992
-1993
Tipologia testuale
Memoria
Natura del testo in sede
Fotocopia originale: 2
Originale autografo: 1
Allegati
Fotografie
L'odissea di un militare italiano dislocato in Grecia, deportato in Germania dopo l'otto settembre: il diario di due anni di prigionia trascorsi sopravvivendo alla fame, al lavoro forzato e allo spettacolo di distruzione e morte che circonda Berlino.
Un giovane fiorentino è arruolato nel 1942 in fanteria e combatte nei Balcani, partecipando a numerose battaglie. Prigioniero dei tedeschi, riesce a fuggire dal treno che lo porta in Germania. Dopo aver lavorato presso famiglie di contadini, entra nell'esercito di liberazione di Tito sino al rientro in Italia.
Con l'emanazione delle leggi razziali italiane nel 1938 l'autore e la sua famiglia di origine ebraica sono costretti a cercare rifugio per scampare alla deportazione. Mentre stanno cercando di espatriare in Svizzera vengono arrestati e, dopo vari trasferimenti in diversi carceri italiani, deportati. La famiglia viene divisa; l'autore è condotto insieme al fratello a Buchenwald, mentre il resto dei loro cari ad Auschwitz.