Un giovane nepalese lascia il proprio Paese in seguito a una situazione di pericolo legata al suo lavoro. Dopo aver trascorso un periodo in India e in Iraq approda in Italia, dove vive da due anni.
Un giovane camerunese ripercorre la sua vita, difficile fin dai primi anni. Costretto a lasciare il proprio Paese di origine per mettere in salvo la propria vita, arriva in Italia. Dopo un primo periodo positivo, una grave perdita personale segna per lui l'inizio di una fase molto problematica, dalla quale sta cercando con grande determinazione di uscire .
Il testo è composto da due ricordi distinti. Nel primo ambientato nel 1945, l'autore che aveva 7 anni si trova a casa del nonno che confina con i binari della ferrovia. Si troverà di fronte ad un vagone che trasporta deportati, fermo per dare la precedenza ad un altro convoglio. Il secondo racconta di un'intimidazione pubblica di un dissidente politico.
Una donna afghana di etnia hazara, costretta a lasciare il proprio Paese di origine per le minacce dei talebani, fa sentire la propria voce in difesa delle tante donne oppresse e uccise nella sua terra. Testimone di numerose violenze e rischiando più volte la sua stessa vita, non cede alla paura dei terroristi e continua, finché le è possibile, a lavorare, ad assistere le persone malate e a insegnare alle donne che hanno gli stessi diritti degli uomini. Colta, amante della vita e convinta che l'umanità non abbia confini, promette di assistere sempre le donne della sua patria, ovunque lei si trovi.