Secondo di tre figli di un maggiore del Regio esercito, nel 1939, all'età di dodici anni, va con la madre e le sorelle in Somalia dove trascorre un'esistenza serena e agiata fino allo scoppio della guerra, quando il padre viene richiamato in servizio a Mogadiscio. Si impegna soprattutto negli studi e aiuta la famiglia nei numerosi cambi di abitazione che dovrà subire. Per non rischiare di essere arruolato, quando la madre e le sorelle vengono rimpatriate, nel 1943, rimane in Africa, completa gli studi, trova lavoro e torna in Italia solo dopo altri tre anni, a guerra ormai conclusa.
Un giovane fiorentino è arruolato nel 1942 in fanteria e combatte nei Balcani, partecipando a numerose battaglie. Prigioniero dei tedeschi, riesce a fuggire dal treno che lo porta in Germania. Dopo aver lavorato presso famiglie di contadini, entra nell'esercito di liberazione di Tito sino al rientro in Italia.
Un medico in pensione, nato in una famiglia contadina della provincia di Gorizia, non accetta la dittatura fascista e stampa clandestinamente un giornale di propaganda sloveno. Dopo vari arresti viene liberato nel 1946 e, laureatosi a Zagabria, esercita la sua professione medica in Croazia. Scontrandosi con il regime comunista, approfitta di un convegno a Roma, per stabilirsi definitivamente in Italia.
Soldato addetto al vettovagliamento nel 1940 l'autore è di stanza ad Albenga (SV) di supporto alle truppe impegnate nel fronte francese. Dopo il ritorno alla caserma base a Spoleto (PG) si imbarca per l'Albania operando in seconda linea a Paraboar. Vive il fronte contro i soldati greci all'ombra delle pendici del Bregu Juliei, assistendo alla visita del Duce per sollevare lo spirito dei soldati. Descrive l'eroismo degli alpini della Brigata Julia, i percorsi con i muli fra il tremendo fango argilloso, la situazione militare e la guerra di posizione contro i Greci. Dopo la ritirata dei Greci è assegnato al fronte jugoslavo, vivendo più da vicino la durezza de...
Una ricercatrice universitaria dell'Università di Torino si reca in Kenya per svolgere una ricerca sulla condizione della donna africana durante la gravidanza e il parto. Ritorna più volte in Africa e nei suoi taccuini annota quello che vede e allarga l'analisi alla comprensione del ruolo della donna nella società, attraverso il lavoro, il rapporto con le tradizioni e il conflitto con il mondo occidentale
L'autrice è un'infermiera volontaria della C.R.I. inviata in missione a Hebron, in Cisgiordania, nell'agosto del 2000, in qualità di osservatore e su mandato della Risoluzione 904 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, per vigilare sul rispetto dei diritti umani in questa città. Dopo pochi giorni dal suo arrivo scoppia la seconda Intifada. Descrive i momenti vissuti in prima persona in una zona segnata dalla continua lotta tra israeliani e palestinesi.