Nella Lombardia austro-ungarica, in piena Restaurazione, l'amministratore di una fiorente azienda agricola scrive al suo datore di lavoro, un conte veneto residente a Milano, informandolo sull'andamento dell'agricoltura e sulla vita di campagna. Dalle lettere emerge un'illuminante spaccato della società rurale del tempo.
Da povero contadino a commerciante in oro, l'autore, raggiunta la sicurezza economica, può finalmente dedicarsi al calcio, sua grande passione sin da ragazzo, seguendo il Milan, la squadra del cuore, e la nazionale italiana: soddisfa così anche il desiderio di viaggiare e visitare paesi lontani.
I primi arresti e le prime evasioni di un ragazzo di Catania destinato ad una lunga carcerazione per una rapina a mano armata. La nascita di sua figlia, tra una fuga e l'altra, il suo peregrinare nei più importanti istituti di detenzione italiani, la morte della moglie e le sue riflessioni sull'esistenza.
Nato da emigrati siciliani in una borgata romana, l'autore racconta la storia di un'infanzia emarginata, la fuga da un padre manesco, le avventure in Belgio e in Thailandia e infine lo sbocco tra le rapine e il carcere, il lavoro sempre precario, il matrimonio e la nascita di un figlio, e ancora rapine e carcere.
Un artigiano racconta tutta la propria vita, dall'infanzia trascorsa in Puglia all'emigrazione al Nord, dalle relazioni amorose e familiari alle difficoltà economiche che lo portano a compiere azioni dalle gravi conseguenze. L'esperienza del carcere rappresenta per lui un momento importante di crescita interiore e il percorso riabilitativo che compie lo rende un uomo che si sente migliore. La ritrovata libertà lo restituisce al quotidiano: il lavoro, gli amici e la passione per la musica e la poesia sono gli aspetti importanti della sua vita scontato il debito con la giustizia.