L'autrice, quinta figlia di un'ex filatrice e di un cantoniere, descrive infanzia e giovinezza nelle campagne della provincia di Cremona. Per aiutare la famiglia in quel periodo di ristrettezze economiche impara il mestiere di sartina, mentre studia di notte e di nascosto. Allo scoppio della guerra le condizioni di vita della popolazione peggiorano, i tedeschi seminano il terrore, come gli squadristi che arrivano a "mettere ordine". Chi non aderisce al Partito non trova lavoro, o viene licenziato. Contraria a questo regime si mette in contatto con alcuni socialisti del Comitato di Liberazione Nazionale ed entra nella Resistenza. Incarcerata dopo un rastrella...
Un nipote burattinaio intervista la zia sarta che gli confeziona materiale per lo spettacolo. Trascrive il racconto di ricordi legati alla guerra e bombardamenti, al lavoro, matrimonio e la nascita dei figli.
L'autrice è nata in provincia di Benevento nel 1924 da una famiglia numerosa e laboriosa, con il padre calzolaio e la madre sarta. Dopo l'impegno scolastico continua il mestiere della madre, disegnando pure i modelli degli abiti. Dopo la fine della guerra conosce Domenico, un dottore che sposa e che raggiunge in America, dove vive ancora, pur tornando frequentemente in Italia. Racconta le esperienze felici della sua vita legate al lavoro del marito e dei figli, i numerosi viaggi e interessi culturali.
Una pensionata aretina scrive una memoria della sua infanzia e giovinezza ad Arezzo nel dopoguerra. Il padre è fornaio ed è aiutato dalla moglie, sarta per abiti da bambola, e dalla figlia. La vita si svolge in periferia, povera ma serena. Negli Anni 60 la famiglia vive nel boom economico con gli eventi storici e sociali del tempo. La malattia e poi la morte della madre a quarantasei anni chiudono gli anni della giovinezza dell'autrice, che si sposa e ha una figlia.