In occasione della Pasqua, un giornalista ricorda come viveva questo momento da bambino: la benedizione delle case, i dolci appena sfornati, la visita in Chiesa e un sereno spirito di pace.
L'autore è nato a Scandicci (Fi) nel 1890, dove frequenta con profitto le scuole elementari prima di iscriversi alla Scuola del Popolo. Per aiutare la famiglia deve abbandonare lo studio e lavorare sia presso un orefice che con il padre calzolaio. Nel 1911 viene arruolato per la guerra contro la Turchia, ma essendo figlio unico viene presto congedato. Nel 1915 viene nuovamente richiamato e destinato alle trincee del Carso. Il pensiero di lasciare i propri cari e di non far più ritorno lo addolora. Giunge in prima linea a Passo Valles dopo una lunga e faticosa marcia: le condizioni climatiche avverse lo preservano dall’attacco dell’esercito nemico che in quel...
Un cappellano militare sul Carso durante la Prima Guerra Mondiale scrive il diario dalla trincea. Sempre presente nella vita del campo e in grado di infondere, mediante il richiamo alla religione e ai suoi insegnamenti, coesione morale nonché spirito di disciplina diventa un prezioso confidente, un ponte tra l’orrore della trincea e i ricordi del proprio paese. Le annotazioni e le osservazioni ricostruiscono anche il clima nelle immediate retrovie in preparazione delle offensive dell'esercito.
Un piemontese che si è trasferito in Etiopia per lavoro con la famiglia è fatto prigioniero civile dagli inglesi nel 1942 e condotto in un campo di prigionia in Kenya fin dopo la fine della guerra. Tiene un diario di quegli anni in un campo dove le condizioni materiali erano accettabili ma la lontananza dalla famiglia è molto dolorosa.
Per oltre trent'anni, una donna tiene un diario giornaliero dove annota fatti della sua vita quotidiana, appunti di viaggio, riferimenti alla cronaca del tempo. Profondamente devota, scrive di religione e spiritualità e segue con precisione l'attività dei diversi papi che si susseguono nel corso dei decenni.
Sul finire degli anni Trenta, un piemontese emigra temporaneamente in Africa, nei territori coloniali italiani, per motivi di lavoro. Nel diario che tiene durante la sua permanenza in Etiopia - non priva di difficoltà e segnata da una forte nostalgia per la famiglia - accanto ad appunti di vita quotidiana e pensieri personali, racconta del viaggio, del clima e dei popoli incontrati e descrive luoghi e paesaggi.