Dopo un'infanzia di miseria, un operaio partecipa alla vita politica del suo paese: gli scioperi, l'attività dei sindacati e il suo impegno nella sinistra locale, aprono la strada ad una serie di riforme.
Tenente dei carabinieri, nell'aprile del 1941 si trova in Eritrea al comando di un posto di blocco. Racconta le sue azioni di prevenzione e di repressione contro la diserzione della truppa e l'abbandono del posto di comando di un generale durante il ripiegamento delle truppe per l'arrivo dell'esercito inglese.
Memoria, sotto forma di intervista rilasciata a un laureando, in cui l'autore racconta gli episodi più forti dell'occupazione dei latifondi da parte dei contadini calabresi. In un paese devastato dalla guerra, la rivolta ordinata e sostenuta dai primi sindacati, è repressa nel sangue: iniziate le assegnazioni dei lotti, lo stato sembra ancora insensibile alle necessità di chi si è sempre sacrificato.
L'autrice scrive della propria infanzia in una famiglia ebrea di Torino. Ricorda i genitori e i fratelli, l'educazione liberale ricevuta e la sua curiosità per il mondo culturale e politico di inzio Novecento.
Diario della mia guerra in Africa Orientale 1935-37
Bruno Baretti
L'autore, operaio in Brianza, è richiamato alle armi nel 1935 e inviato in Etiopia, addetto al trasporto di truppe, armi e viveri. Dopo la presa di Addis Abbeba continua il suo impegno militare in paese occupato, ma ancora instabile per le continue ribellioni degli Abissini, istigati da notabili locali. Il 31 gennaio 1937 ottiene il congedo, ma rimane in Etiopia come autista civile alle dipendenze della ditta transito di Como. Il 13 luglio 1937 deve anticipare il rientro in Italia per aver contratto la malaria. Stringe amicizia e prende con sé un ragazzo etiope di 11 anni, Mambretù, che rimane al suo servizio dall'8 1936 al 18 luglio 1937. Il testo è scritto...